Statua di San Carlo Borromeo da "Arona di carta" pag. 85

 

Castle of Angera (from Arona) da "Arona di carta" pag. 39

 

"Più lontano, troppo lontano"
di Achille Ragazzoni
tratta dal libro ricordo "Il medico che scrive..."

 

 

 

Caro Gian,

ti scrivo come se fossi ancora tra noi, non riesco ancora a convincermi che ci hai lasciato su quel maledetto treno che ti portava a Genova, a visitare una mostra sui nostri amati Futuristi.

Quanto mi manchi! Sapessi quante volte, vedendo un quadro o dopo aver terminato la lettura di un libro, mi chiedo: “Chissà cosa ne penserebbe Gian…”. Mi fidavo molto del tuo spirito critico e spesso ti chiedevo aiuto quando dovevo scrivere un articolo o preparare una conferenza.

Mi facevi subito notare dei dettagli che mi erano sfuggiti, oppure mi dicevi che mi avresti spedito quel tale introvabile libro che avevo visto citato in una bibliografia. Ma avevi un libro proprio su tutti gli argomenti di storia! Sembra incredibile, ma era proprio così…

Non ti si poteva nominare un personaggio del Risorgimento, che subito iniziavi a narrarne vita, morte e miracoli. Ma assolutamente mai in maniera pedante o noiosa, anzi, infarcivi e arricchivi la narrazione con sapidi aneddoti e con quella fine ironia che contraddistingueva il tuo carattere.

Eri davvero un signore, non ti ho mai sentito parlare male di qualcuno, mai sono uscite dalla tua bocca parole di astio nei confronti di chicchessia, anche di chi ti aveva fatto del male.

Un po’ ti invidiavo, per questo tuo autocontrollo che non era forzato, bensì uno spontaneo aspetto della tua indole, io sono sempre stato piuttosto irascibile e me ne dolgo, ma sempre in ritardo.

Quando tenevi una conferenza riuscivi ad incantare la platea, che bravo professore saresti stato, le tue lezioni sarebbero sempre state affollate di studenti, ci avrei scommesso!

C’erano un paio di argomenti, in particolare, su cui eri imbattibile, Garibaldi (Il “Peppo da Nizza”, come lo chiamavi) e i Futuristi. Come li amavi! Li amavi, lo so, perché nel Risorgimento e nel Futurismo vedevi rispecchiato il tuo sogno di una Patria migliore, più pulita, più sana, con più fede nella vita e nei valori che la rendono degna di essere vissuta, una Patria che marciasse, non che marcisse.

Peccato che tu abbia disperso la tua bibliografia e che ora si debba fare tanta fatica per ritrovarla, sparsa com’è in una miriade di riviste e pubblicazioni: una raccolta dei tuoi scritti, opportunamente diffusa in ambiente giovanile, riuscirebbe senz’altro a fare del bene e a scuotere tante coscienze non del tutto intorpidite o cloroformizzate.

Ci sarebbe ancora tanto bisogno di te, Gian, e tu sei partito per quel lunghissimo viaggio. Non sei arrivato alla mostra dei Futuristi, no, sei arrivato più lontano, troppo lontano. Adesso mi pace immaginarti a colloquio con Filippo Tommaso Marinetti, cui stai spiegando alcuni aspetti del Futurismo che erano sfuggiti pure a lui..

Ciao, Gian, ti abbraccio fraternamente

Achille Ragazzoni