Poesie di Antonella Damato

In assenza

Cosa porto via con me
di questo vento caldo,
se non una conchiglia vuota,
in cui mi fingo di sentire
la voce del cielo e del mare?

Cosa importa più
se avrò intrappolato, per sempre,
il suono della sua risata,
i suoi giochi con l'acqua,
il suo infinito silenzio?

A cosa sarà servito fermare
quell'attimo della tua giovinezza
se tu corri e corri ancora
e mai più sentirò
il tuo calore gelido attorno a me?

Ma mi basta toccare
la superficie del tuo cuore
perché riviva dinnanzi a me
l'immenso del tuo vuoto,
così ch'io menta ancora
alla bugia della vita.


Afasia

Sto cercando una nuova poesia,
che mi sappia leggere dentro.
Non riesco più ad esprimermi senza
una lama piantata nel cuore.
Sto cercando una poesia nuova,
un canto sinuoso da inseguire,
sto cercando la voglia di dire.

Mi soffermo a guardare quel foglio,
di bianca carta,
ed a stento riconosco il gioco
delle gocce del pesce che vi sguazza,
quand'ecco passare il carro del sole
che illumina le squame di una sirena,
e poi la musica, e poi il silenzio,
cosi che solo in sogno io
mi figuri la quiete.

Sto cercando il mio filo di Arianna,
che mi tiene legato al mondo
dalla forza del mio desiderio.
Virtuose luci mi ruotano intorno.
Potrò mai vederle davvero?
Potrò mai esprimere la mia realtà a chi non la vede?
Ma la forbice del tempo
ha deciso che taglierà il foglio,
che ora mi taglia il cuore.


Farfalle del tempo

Se solo potesse toccarti
ora,
la mia mano,
ti raggiungerebbe il calore
del mio fiato, negato per lunga distanza
ai tuoi occhi lontani, dei quali
mi resta solo il ricordo dolce
che riempie l'aria d'attese:
Se solo potessimo unire
ora,
la tua storia e la mia
ancora!
Se solo potesse parlarmi
ora,
la tua musica,
sprigionerebbe attorno a me
uno stuolo di farfalle,
che nello sbatter d'ali leggero
lambirebbe il mio viso
con la gioia di quel volo variopinto
.. e se legassi al mio cuore
la lancetta del Tempo,
peseresti i battiti feriti
dal mio feroce amore.


Un giorno di Marzo

Se scorre la lama
del desiderio lieto
nella gioia di luce
del tiepido sole di Marzo,
si spalanca in petto la ferita
del pudore incauto, dell'attesa vana…
...l'amaro attender del giorno,
la mera certezza della notte
si incontrano nel viver mio
affranto, soffocato dall'aspra
cruna del tempo, che muta...
...il vertiginoso mutare
di questa ambiguità, avvicenda
nell'esistenza mia volti cari
e volti sconosciuti, che
gli occhi della mente nel buio
rendono umani e vivi...
...se scorre la lama
del desiderio lieto
in questo giorno di Marzo,
pioverà il Settembre delle tue risa
e tuonerà l'Agosto dirompente
del tuo abbraccio,
ma se si spalanca in petto
la ferita dell'attesa,
non avrò altro tra le mani
che una ciocca di fili
argentati del mio Autunno.